Ricevo da Luca e pubblico.
L'ho già raccontato anni fa da Pollock, ma mi ripeterò, un po' perché ci sono storie che meritano essere raccontate più volte, un po' perché temo disqus esiga un nuovo editoriale.
Credo di essere uno dei pochi tifosi in grado di indicare con esattezza il giorno esatto in cui ha iniziato a tifare Fiorentina.
15 maggio 1977, Fiorentina 3 Inter 0, tripletta leggendaria di Desolati.
È il giorno in cui la malattia ereditaria per parte materna si slatentizzò vedendo l'entusiasmo e la gioia dei miei nonni, senese lui, poliziana lei, grandissimi tifosi della Fiorentina, emblema di una toscanità di cui furono orgogliosi per tutta la vita.
Quella domenica mi trasmisero quell'amore per la Fiorentina che poi è arrivato anche a mio figlio, in un contesto assai più difficile, visto che io abitavo a Latina e lui a Roma. Mio figlio grande tifoso, che da poco - nonostante le nostre reticenze - si è fatto tatuare un giglio e un 1926 sul braccio.
La passione viola, corrispondenza di amorosi sensi che unisce quattro generazioni della mia famiglia.
Ed è per questo che oggi sentire l'inno della Fiorentina allo Stadio (inalterato dagli anni trenta al contrario delle tristi e cafoni reinterpretazione altrui) mi "molce" il cuore pensando che nello scorso secolo allo stadio mia nonna, la mia nonna bellissima, ascoltava un 'garrisca al vento il labaro viola".

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