Scorcio (scritto) di un’amicizia vista dal Gianicolo – Scuola Pontina XXI sec – Nessun prezzo di riserva
Ricevo e posto questo scritto inviatomi da Corto. Forse non è esattamente elegante pubblicare qualcosa che parla così bene di me, ma tra le mie numerose virtù la modestia è un fake. In compenso sono bello bello in modo assurdo. Approfitto anche per ribadire che chiunque sia interessato a proporre qualcosa di suo, può tranquillamente farmelo sapere. A patto che non sia roba di pallone, che non voglio mettere a rischio la mia fama di esperto.
Scherzo.
Forse.
Perché un(a proposta di) editoriale su Foco e il sottoscritto?
Forse per ringraziarlo del compito titanico che si è assunto nel prendere il testimone da Gianni, forse perché ho di lui una considerazione smisurata: Foco è un ragazzo di appena cinquanta anni, dotato di una vivida intelligenza e di una smisurata bontà.
Foco è il primo di quelli che ora sono gli orfani di Pollock, con il quale ho stretto un rapporto extra-blog. Tutto partì da un suo gesto gentile: conoscendo il mio amore per i fumetti, Foco nel lontano 2016, mi chiese l'indirizzo per spedirmi un fumetto (Dorando Pietri. Una storia di cuore e di gambe) arricchito da un disegno e un autografo degli autori che avevano presentato a degli incontri che lui stesso contribuiva a organizzare.
Ci siamo dati appuntamento tante volte per conoscerci di persona ma - soprattutto a causa mia - invano: un po' per mia pigrizia, un po' perché Roma è una città che se hai figli piccoli ti vampirizza (nonostante le tate cipriote e persiane).
Passano gli anni, i messaggi sono abbastanza frequenti, parliamo di tante cose, a volte proseguiamo ragionamenti che sul blog abbiamo preferito interrompere a causa della tensione che si creava tra gli utenti.
Foto si sposa, ha un figlio di cui è orgogliosissimo: ci scambiamo diverse foto. Scopriamo che a entrambi piace andare al The Globe ma anche lì non si concretizza nessun incontro.
Irrompe il Covid nelle nostre vite. In quel periodo, la moglie si ammala, la curano vicino casa mia, vorrei andare a trovarli in ospedale ma le regole di accesso agli ospedali sono ferree: solo i familiari. Provo a star
Poi questa estate, nell’organizzare una cena del cazzo con il rappresentante dell'Haganah della Ghita, per una volta libero da assalti a Gaza e incursioni nel Golan, coinvolgiamo Belva e Foco: andiamo vicino casa sua, Belva e Kurt accettano di correre il pericolo di farsi accompagnare da me in auto, forse pensando “vabbè poteva andar peggio, fossimo stati a Padova”.
È stata una bella cena del cazzo, l'abbraccio con Foco come quello che si scambia con il caro amico del liceo che non vedi da tempo, o forse, meglio, come quello tra Billy Joel e Viktor in Leningrad”: Then we embraced We never knew what friends we had. Until we came to Leningrad"
Rimane ovviamente da ricordare il difetto di Foco: "Foco è un bravissimo ragazzo, ha il solo difetto di amare il bel gioco", come da umorismo tipicamente yiddish di Kurt.
Ma sull’intersezione tra calcio, Corto e Foco (insieme con il GM il più competente del blog) magari vi annoierò parlerò un'altra volta.

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