Cinque gol alla Roma sono sicuramente una cosa notevole, ma la cosa che mi ha più stupito è stata la facilità con cui questa Fiorentina gioca il suo calcio. Un calcio totalmente diverso da quello della Fiorentina pianificata dal tecnico questa estate. Una Fiorentina ideale che basava il suo impianto su difesa a tre e due trequartisti dietro la punta e i suoi principi di gioco su costruzione bassa, possesso ed esasperazione del concetto di ampiezza. Dall’intervallo contro la Lazio è stato stravolto tutto. Una cosa che ci sta, magari anche forzata dallo sconforto dato dall’accorgersi che stava andando in onda un fallimento tattico, ma quello che è assolutamente incredibile è la velocità con cui la Fiorentina ha cambiato totalmente pelle. Quando si operano cambiamenti drastici di solito si tende a mantenere sempre un punto d’incontro tra il prima ed il dopo. Si fa per non buttare nel cesso tutto il lavoro pregresso. Si può mantenere il modulo correggendo alcuni principi di gioco oppure si possono salvaguardare questi ultimi cercando di modellarci sopra i modulo in maniera ancora più attinente alle necessità dei giocatori. Palladino ha scelto di risvoltare la Fiorentina come un calzino, di studiare meglio quello che il mercato gli aveva portato, anche in antitesi con la programmazione, e di cucire sui suoi ragazzi il vestito tattico migliore. Intendiamoci, non ha avuto una visione tattica geniale, la Fiorentina gioca un 4-4-2 alla fine dei conti, un sistema ormai appartenente all’epoca pre euro, ma partendo da questo disegno tattico è riuscito a valorizzare tutte le caratteristiche dei suoi ragazzi. Dall’ arcaicità di Pietro Comuzzowod, difensore puro di altre epoche, alla leggerezza solida di Adli, dal calcio scolastico ma razionale di Cataldi all’assoluta dominanza di Kean nella guerra ai centrali faccia alla porta. Ma il giocatore che per me più rappresenta questa nuova Fiorentina è Bove. Ovvero un ragazzo con ancora un ruolo non definito ma capace di essere un po’ dappertutto con intelligenza. Ecco, questa Fiorentina è un po’ come lui, una squadra che si muove dove e quando serve e che, come lui ieri sera, conosce i momenti in cui saper soffrire o colpire dritto al cuore. Per certi versi la genesi di questa nuova Viola mi ricorda quella del primo Montella, nel senso che anche quella squadra nacque e crebbe sulle caratteristiche degli interpreti, caratteristiche che plasmarono un modulo abbastanza rigido come allora era il 3-5-2 al punto di farlo produrre un calcio che con i precedenti di quel modo di stare in campo sembrava non c’entrare un cazzo. Palladino come Vincenzo è ‘nu guaglione furbo e talmente intelligente da non aver mai fatto trasparire insicurezza. Ha fatto lavorare per lui la sua positività e ha saputo riprendere subito un gruppo che stava perdendo sicurezza e manifestando nervosismo. Questo è stato basilare per operare il cambio totale a cui stiamo assistendo. La Fiorentina adesso è una squadra non misurabile, le cui possibilità sono indecifrabili e questa è una forza.
Un’altra cosa: anche se qualcuno in passato mi ha accusato del contrario, io so ammettere di sbagliare. Ecco riguardo al maercato passo tranquillamente dire di aver sottovalutato qualche acquisto. Bove, Adli, Cataldi, non li ho giudicati bene e lo ammetto. I miei giudizi erano collegati al modo in cui avrebbe dovuto giocare da programmi la Fiorentina, modo che per me non li vedeva né ideali, né utili. Ma questo mio giudizio si è allargato nella rabbia anche al valore generale dei ragazzi e qui non ho problemi a dire che ho toppato alla grandissima. Non è stato quindi un mercato di merda ma, grazie soprattutto a Fefè, un ottimo mercato.

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