Non è stato un botto. Non un boato che squarcia il pomeriggio. È tutto perfettamente prevedibile, tutto logicamente collegato. Il mercato e la scelta di Pioli si sono sposati perfettamente, ma non come cantavano i siti e i commentatori delle cose Viola alle porte del campionato. Ma come la logica suggeriva platealmente. Un mercato senza senso, in termini di logica tattica e di scelte tecniche che hanno consegnato una rosa cara quanto inadeguata ad un allenatore che non ha saputo riconoscere il culo, scambiandolo con la bravura. Errore fatto da parecchi, soprattutto da quelli che misurano le partite esclusivamente in termini di risultato. Fatto da quelli che hanno avallato la costruzione di una squadra piena di equivoci,‘contando sulle capacità taumaturgiche di un allenatore bravo per forza, perché ha vinto. Hanno sbagliato anche i tifosi, quelli che cantavano che per vincere bisogna spendere. La prova la stanno vedendo, per vincere bisogna soprattutto sapere cosa si fa. E sapere ...
Inizio dicendo subito che il titolo è un omaggio alla mia infanzia, periodo spensierato forse anche perché della Fiorentina mi interessava cazzi. Ma Robin in quello che ho da dire c’entra. C’entra parecchio. Pochi giocatori, secondo me, riescono ad essere delle spie di gioco, delle cartine di tornasole tattiche come lo è Robin Gosens. Se andiamo ad analizzare il giocatore, nelle sue qualità individuali, vediamo un ragazzo fisicamente abbastanza standard, un atleta di buon livello ma senza vero picchi. Non è iper dotato muscolarmente , non è velocissimo, non ha tempi di reazione eccezionali. Anche dal punto di vista tecnico il tedesco non offre un arsenale dí primissimo ordine. Roba sicuramente adatta al livello del campionato ma niente che lo faccia veramente spiccare. Allora, Gosens ha qualcosa che lo caratterizza? Che lo fa essere diverso? Si. Robin Gosens è un calciatore che riesce a sfruttare meglio della media degli altri calciatori, il gioco della squadra. O, meglio, alcuni...