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Sono tombini, non tappi di champagne

  Non è stato un botto. Non un boato che squarcia il pomeriggio. È tutto perfettamente prevedibile, tutto logicamente collegato. Il mercato e la scelta di Pioli si sono sposati perfettamente, ma non come cantavano i siti e i commentatori delle cose Viola alle porte del campionato. Ma come la logica suggeriva platealmente. Un mercato senza senso, in termini di logica tattica e di scelte tecniche che hanno consegnato una rosa cara quanto inadeguata ad un allenatore che non ha saputo riconoscere il culo, scambiandolo con la bravura. Errore fatto da parecchi, soprattutto da quelli che misurano le partite esclusivamente in termini di risultato. Fatto da quelli che hanno avallato la costruzione di una squadra piena di equivoci,‘contando sulle capacità taumaturgiche di un allenatore bravo per forza, perché ha vinto. Hanno sbagliato anche i tifosi, quelli che cantavano che per vincere bisogna spendere. La prova la stanno vedendo, per vincere bisogna soprattutto sapere cosa si fa. E sapere ...
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Il nido di Robin

  Inizio dicendo subito che il titolo è un omaggio alla mia infanzia, periodo spensierato forse anche perché della Fiorentina mi interessava cazzi. Ma Robin in quello che ho da dire c’entra. C’entra parecchio. Pochi giocatori, secondo me, riescono ad essere delle spie di gioco, delle cartine di tornasole tattiche come lo è Robin Gosens. Se andiamo ad analizzare il giocatore, nelle sue qualità individuali, vediamo un ragazzo fisicamente abbastanza standard, un atleta di buon livello ma senza vero picchi. Non è iper dotato muscolarmente , non è velocissimo, non ha tempi di reazione eccezionali. Anche dal punto di vista tecnico il tedesco non offre un arsenale dí primissimo ordine. Roba sicuramente adatta al livello del campionato ma niente che lo faccia veramente spiccare. Allora, Gosens ha qualcosa che lo caratterizza? Che lo fa essere diverso? Si. Robin Gosens è un calciatore che riesce a sfruttare meglio della media degli altri calciatori, il gioco della squadra. O, meglio, alcuni...

5-5-5

Devo dire che ad un certo punto ho dubitato di me stesso. Leggevo di mani di Pioli, di altro che Palladino, di mercati ambiziosi e di fiorentine a ridosso delle grandi e tutti questi pareri, autorevoli o meno, cozzavano talmente tanto con le mie impressioni che ho messo in discussione il mio tifo e la mia obiettività. Ho pensato che forse i miei preconcetti erano troppo radicati per poter maturare un pensiero critico pulito. Che non riuscissi a vedere oltre i miei pregiudizi. Tutti scrivevano di cose che io non vedevo, mentre non si accennava nemmeno a incongruenze che per me erano lampanti quanto preoccupanti. Questo inizio di campionato almeno mi ha confermato una cosa: riesco ancora a mantenere un’onestà intellettuale di livello decente. Non ero io, insomma. La partita di ieri ha raccontato al mondo una cosa chiara come acqua di fonte: la guida tecnica non conosce ancora la squadra. E non conoscendola improvvisa. Il 4-4-2 varato contro il Como è una roba che avrebbero potuto pensare...

Potevamo rimanere offesi

E ha pure piovuto, Aigor. Una seratina da ricordare per la Fiorentina. Una partita in cui al Napoli è bastato presentarsi al Franchi per avere i tre punti. Intendiamoci, la Fiorentina non si è dimostrata inferiore. Perché per pesare il livello tra due contendenti, ne servono, appunto, due in campo. La Fiorentina non si è presentata. E il sospetto comincia ad essere che non si sia presentata perché, di fatto, alla metà di settembre la Fiorentina non esiste. Novanta minuti in cui il Napoli ha fatto il minimo sindacale, e quando col minimo sindacale domini, l’avversario non può esistere, dài. In questi mesi ho studiato bene le interviste di Pioli, l’ho visto sempre serio, apparentemente concentrato. Con una calma e un senso di sicurezza abbastanza contagioso. Il che mi faceva ben superare, nonostante certe incongruenze che vedevo nella squadra e nella sua creazione. Nonostante non ci fosse nessun segnale di vivacità nelle prime uscite e nonostante la squadra mi rimanesse oscura nella sua ...

Tra il dire e il fare

  Ho voluto aspettare le prime esibizioni e la fine del mercato per tentare di avere un giudizio su questa nuova Fiorentina. Ho voluto tentare di comprendere. Beh, non ci sono riuscito. La verità è che non capisco né cosa Pioli sta cercando, né come il mercato abbia voluto disegnare una squadra coerente con i timidi messaggi di gioco palesati. Indubbiamente io ci metto del mio, le distrazioni sono aumentate rispetto al passato, almeno quanto sono calate certe mie capacità di comprensione. Però, pur mettendoci tutto l’impegno, non capisco bene alcune cose. Iniziando dal progetto tecnico, perché il 3-5-2? I suoi risultati migliori, Pioli, li ha avuti con il 4–2-3-1, con un’esasperazione del gioco sulle catene laterali, dovuto ovviamente alla presenza di due assaltatori di fascia come Theo e Leao, e un calcio all’insegna della verticalità. Il 3-5-2 è stato usato da Pioli, a mia memoria, solo a Bologna, con risultati alterni e concetti di gioco meno aggressivi di quelli che hanno porta...

Falsa partenza

  Ricevo e pubblico da Luca Ritorno del turno preliminare di Conference League. Piccoli non sarà della partita perché - essendo arrivato dopo - non è stato ancora inserito nella lista UEFA. Domenica si giocherà contro il Torino e ancora la squadra potrebbe cambiare: Comuzzo potrebbe andare via, così come Parisi per la gioia di utenti insediati nell'Austria Felix e qualcun altro arrivare. Come l'anno scorso rischiamo (noi e le altre squadre) di vedere la squadra a regime dopo un mese. Tutto questo è estraniante, il senso di provvisorietà rende le partire interessanti di fatto quasi solo per la posta in palio. Lo stesso spareggio di Conference appare un trito rituale che se va bene non conta nulla visto il livello, in generale, pessimo delle avversarie, che se va male è un primo dramma (trattasi in economia di tipico caso di pay-off asimmetrico). Nonostante ciò e con un risultato praticamente acquisito, sono sicuro che tutti o quasi i tifosi guarderanno lo stesso la Fiorentina gi...

Greetings from Gramolazzo

  Dal vostro inviato in Garfagnana. Sono molto incuriosito da questo inizio di mercato Viola. Non sono mai stato un amante di Pioli, si sa, durante la sua prima esperienza da allenatore della Fioritura l’ho criticato spessissimo. Anzi, per me è stato una vera e propria zavorra per la squadra. Il motivo, per chi si vuole ricordare o per quelli a cui non fregava giustamente un cazzo delle mie impressioni, è che in quegli anni in viola ha dimostrato una mancanza di coraggio per me nociva. Parlo di principi di gioco, di atteggiamento di squadra, di intenzioni sul come affrontare le partite. Cose che cozzavano con le formazioni che mandava in campo, sulla carta anche parecchio offensive. La Fiorentina di Pioli era una squadra che avrebbe voluto ma che poi alla fine aveva troppo timore di fare. Poi, però, sul bordo del suo ennesimo esonero (al Milan), qualcosa è cambiata nel suo modo di vedere la propria squadra in campo. Il Milan ha trovato equilibrio tra formazione e principi di gioco ...